Thursday, December 13, 2007

Questo è stato



Per puro caso mi sono imbattuta in “Questo e’ stato” di Piera Sonnino. Una sera di ottobre uscendo da casa di amici a Tribeca avevo notato una pila di libri nuovi di zecca abbandonati all’ingresso del palazzo. Erano stati lasciati da qualche inquilino per chiunque di passaggio fosse interessato. Ne prendemmo due: un saggio sulla Russia «Qui sont les russes ?» e «Questo e’ stato» di Piera Sonnino di cui non avevo mai sentito parlare. La coincidenza volle che due settimane dopo Stefano incontrasse una sua amica italiana che vive a NY e che fa la traduttrice per una delle maggiori case editrici nordamericane. Gli raccontò di un libro bellissimo, poco conosciuto e da poco tradotto e pubblicato in America: "Questo e’ stato".


Il libro, breve, di agevole lettura e scritto magistralmente, e’ il racconto autobiografico di Piera, unica sopravvissuta alla Shoah di una famiglia di otto persone, ebrei di origine napoletana che vivevano a Genova. Il manoscritto, scritto nel 1960 come memoria personale e per i suoi figli, resta nel cassetto fino al 2002 quando, tre anni dopo la morte di Piera, il settimanale Diario invita i lettori ad inviare memorie della Shoah. Giunge in redazione una timida email: «Chiedo scusa, mi chiamo Maria Luisa Parodi. Sono figlia di Piera Sonnino, sopravvissuta alla Shoah e scomparsa tre anni fa. Mia madre ha scritto un diario. Per tanto tempo è stato custodito da me e mia sorella. Ora è tempo (e vi assicuro che il percorso personale per staccarlo da me è stato ed è doloroso), se lo riterrete opportuno, di renderlo visibile e condividerlo assieme».


Al di là degli orrori della persecuzione e dello sterminio, ciò che colpisce ed inquieta è lo stupore di una famiglia borghese che resta quasi abbagliata da eventi inimmaginabili, incapace di trasformarsi da un giorno all’altro in eroi che sappiano nascondersi, scappare, chiedere ed affidare la propria vita al buon cuore di persone disposte a rischiare la propria. Ciò che mi sono sempre chiesta pensando alla Shoah: come reagirei se un giorno ci invadessero i marziani? Come si passa da una comoda vita borghese alla lotta per la sopravvivenza quotidiana?